Molti turisti hanno deciso di lasciare la
Thailandia e sono già in viaggio verso casa, mentre i residenti sono sconvolti
e temono che l’ondata di odio continui e che possano essere già stati
pianificati altri attacchi. Alcuni visitatori per paura non hanno avuto il
coraggio di uscire dalle loro camere d’hotel; molte gite ed escursioni previste
in questi giorni sono già state annullate ed il clima di tensione e spavento
per quanto accaduto è palpabile.
Una donna thailandese, che vende vestiti
caratteristici a poca distanza dal luogo della seconda esplosione, ha detto ad
una giornalista dell’emittente Euronews che aspetta solamente che la polizia
riapra le strade per potere tornare a casa con suo marito; nessuno si ferma più
a comprare e la paura è troppa per rimanere ancora lì. Le autorità thailandesi stanno indagando senza sosta, sia sul luogo
delle esplosioni che nei quartieri e nei posti considerati più a rischio come
locali notturni, bar serali, mercati aperti fino a tardi e stazioni dei treni e
degli autobus.
Gli investigatori stanno attenti a non
far trapelare troppe informazioni che potrebbero compromettere tutto il loro
lavoro, ma si sa che un possibile
responsabile degli attentati sarebbe stato ripreso da una telecamera di
sorveglianza mentre entra in un tempio con uno zainetto e ne esce senza;
poco dopo il tempio viene distrutto da una violenta esplosione.
La
Thailandia è un Paese lacerato da dieci anni di scontri
tra due fazioni contrapposte; le camicie
gialle presenti nelle zone più ricche e turistiche sostengono l’attuale
premier e la giunta militare al potere, mentre le camicie rosse, numerosissime nelle zone più povere e rurali,
sostengono il clan Shinawatra, di cui fanno parte gli ex premier Thaksin ed
Yingluck, fratello e sorella. La
famiglia Shinawatra ha governato il Paese per molti anni, durante i quali
le opposizioni sono state duramente represse e anche l’informazione è stata
rigidamente controllata per eliminare ogni notizia sgradita e ogni
manifestazione di dissenso. Nel 2010 una manifestazione venne soffocata nel
sangue, l’esercito intervenne e negli scontri che seguirono morirono ben 90
persone; nonostante tutto, il clan continua ad imperversare ed ha ancora molti
sostenitori nelle aree rurali.
La
Thailandia è conosciuta come “il Paese del sorriso”,
per la cortesia e la gentilezza dei suoi abitanti; dopo lo shock iniziale si
sta faticosamente tentando di tornare alla normalità e si spera che anche il
sorriso possa tornare presto sulla bocca dei thailandesi.
(19 agosto 2015)