È
da più di un anno che la Crimea è stata annessa alla Russia
e tante cose sono cambiate; sui porti e sugli edifici pubblici sventolano le bandiere russe, il rublo è diventato la valuta ufficiale e la lingua russa è diventata la più parlata.
Gli stipendi sono aumentati e l’età
pensionabile si è abbassata per essere adeguata agli standard russi ma allo
stesso tempo i prezzi di molti beni di prima necessità sono aumentati, mettendo
in difficoltà molte famiglie. La Crimea è sempre stata piena di turisti che
hanno potuto ammirare le spiagge e le bellezze architettoniche, ma dopo
l’annessione alla Russia il numero di
visitatori stranieri è calato drasticamente e i viaggiatori in visita alle
principali attrazioni sono quasi solamente russi. Si calcola che siano stati
quasi tre milioni in meno i
vacanzieri che hanno scelto la Crimea per le loro vacanze estive, con un danno
economico enorme per albergatori e negozianti locali.
Malgrado tutto moltissimi abitanti della
penisola, intervistati dall’emittente Euronews, si sono detti ottimisti ed
entusiasti dell’annessione e dichiarano di sentirsi finalmente uniti alla loro
vera patria; sentirsi pienamente cittadini russi per loro è motivo di orgoglio.
I negozianti dicono di essere comunque riusciti a fare buoni affari con i loro
nuovi clienti russi e si dicono convinti che, non appena la situazione i sarà
definitivamente stabilizzata, tutto tornerà come prima. Sulle vetrine di molti
negozi si possono ancora vedere manifesti che inneggiano all’annessione e
ringraziano Putin, definendolo l’unico vero Presidente legittimo della Crimea.
Il governo russo sta costruendo strade,
ponti, scuole e molte altre nuove infrastrutture per adeguare la penisola agli
standard russi e per molti i cantieri sono stati un’ottima occasione di lavoro,
ma le grandi compagnie straniere marittime e di logistica che usavano i porti
della Crimea come scalo se ne stanno andando spaventate dall’instabilità
politica e dai delicati nuovi equilibri etnici della regione e per molti
dipendenti tra operai, impiegati ed interpreti è stato inevitabile il
licenziamento. Una giovane interprete, intervistata sempre da Euronews, ha
dichiarato di avere sempre lavorato a progetti internazionali di assistenza
tecnica marittima, ma dopo il referendum le grandi compagnie navali hanno
lasciato la Crimea e i progetti internazionali sono stati vietati dalla legge
russa, così lei ed i suoi colleghi sono stato lasciati a casa.
I tatari di Crimea sono da sempre
contrari all’annessione e stanno vivendo il passaggio dall’amministrazione
ucraina a quella russa come un vero e proprio incubo; le nuove autorità si
stanno rendendo responsabili di violenze e discriminazioni nei loro confronti. La
questione ucraina è stata affrontata in sede ONU in un importante incontro tra
Obama e Putin ma è più che evidente che i nodi da sciogliere sono ancora tanti
e che il raggiungimento di un vero accordo tra le parti è ancora lontano.
(30 settembre 2015)