La
notizia della liberazione di 338 ostaggi
di cui 192 bambini, 138 donne e 8 uomini, è arrivata inattesa ieri mattina e,
in tutta la Nigeria, ci sono state manifestazioni spontanee di gioia.
Gli
ostaggi erano prigionieri da tempo dell'organizzazione terroristica islamista
radicale Boko Haram che si batte per
instaurare un califfato retto dalla sola legge islamica in tutta l'Africa
terrorizzando la popolazione e corrompendo i funzionari delle forze di
sicurezza. Purtroppo tra gli ostaggi liberati non c'erano le 200 studentesse
rapite mentre erano a lezione nel loro college lo scorso anno nella cittadina
di Chibok; delle ragazze non si sa ancora niente e non ci sono nemmeno tracce
che possano aiutare chi indaga a capire cosa ne è stato di loro.
Da
tanto Boko Haram semina odio e terrore
in tutta la Nigeria con ricatti, rapimenti ed estorsioni ai danni di una
popolazione già stremata dalla povertà e dalle malattie e si teme che possa
espandere la sua influenza anche negli Stati vicini, tanto che il confinante
Camerun ha chiesto aiuto per presidiare i confini e per intercettare possibili
cellule dormienti sul suo territorio.
Nel
blitz che ha portato alla liberazione di ieri mattina alcuni ufficiali delle
forze di sicurezza nigeriane hanno fatto sapere di aver eliminato ben trenta
miliziani sul posto e altri quattro nel corso di un'operazione parallela nello
stato di Adamawa. Per quanto l'impegno delle forze di polizia e dell'esercito
sia apprezzabile e costante, la minaccia
dei terroristi è ancora molto forte e continuano gli scontri in alcune
cittadine al confine con Camerun, Niger e Ciad; la località di Diffa è ormai
totalmente controllata dagli islamisti che impongono il loro potere con la
violenza, arrivando ad uccidere chiunque non voglia convertirsi alla religione
islamica. Le truppe del Niger e del Ciad a marzo di quest'anno con un’operazione
militare congiunta erano riuscite a cacciare gli jihadisti da alcune posizioni
ma presto i guerriglieri islamisti sono riusciti a recuperare terreno e a
tornare nelle loro roccaforti.
Gli
islamisti hanno fatto sapere che non resteranno a guardare e che hanno già
pronte nuove strategie di guerra e le loro nuove minacce sono rivolte non
solamente al governo nigeriano ma contro tutti quegli Stati che si impegnano
nella lotta al terrorismo.
Il
nuovo presidente nigeriano Muhammadu
Buhari appena eletto aveva promesso di sconfiggere i miliziani di Boko
Haram entro dicembre ma ormai è evidente che non riuscirà a mantenere la parola
data; la pace è ancora molto lontana
e la situazione non è affatto migliorata.
Fino
a quando la Nigeria e gli altri Stati dell'Africa non conosceranno la pace, non
potranno svilupparsi e dare ai loro popoli l'opportunità di studiare e
contribuire al benessere e al progresso di tutto il Paese.
(30 ottobre
2015)
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