La settimana scorsa, dai poli all’equatore, si è
manifestato in occasione della giornata contro la violenza sulle
donne (25 novembre), la drammaticità del problema è stata coreograficamente esposta
nella manifestazione di Valladolid (Spagna) dove la piazza principale è stata tappezzata
di scarpe di donna color rosso sangue.
Le Nazioni Unite che hanno promosso
l’iniziativa hanno divulgato un rapporto secondo il quale ben il 35% delle
donne di tutto il mondo è stata vittima di violenze fisiche almeno una volta
nella vita; ultimo fattaccio in ordine di tempo quello di un agente di
commercio di Perugia che a fucilate ha tolto la vita alla consorte al termine
di una lite.
A margine di tale ricorrenza si è tenuto un altro evento del genere a Ravenna, questo però in ambito “Legalità”, iniziativa presso la sede di
una organizzazione di categoria e volta a denunciare un altro genere di violenza,
ossia quella che l’illegalità ed i fenomeni criminali arrecano alle imprese del
commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti, della piccola e media
impresa in generale e loro dipendenti.
Poco a che vedere coi drammi personali che
le statistiche informano, ossia che in
Italia ogni sette minuti un uomo stupra o tenta di stuprare una donna o
quella secondo cui ogni tre giorni nel
nostro Paese un uomo uccide una donna, la solidarietà che si è manifestata
nell’incontro ravennate alle vittime di furti, rapine, abusivismo e
contraffazione non è stata fuori luogo.
Anche qui i dati snocciolati dalla
“predica” dei relatori in ambito Legalità sono impressionanti, due aziende su tre
si ritengono danneggiate e per oltre l’80% delle imprese la concorrenza sleale è in crescita; alcune categorie, quali tabaccai,
benzinai ed orafi, sono gravati dalla crescente attività predatoria della
criminalità (furti e rapine) contro la quale sembra non esserci rimedio e che
porta a sempre maggiori spese per servizi di sorveglianza e rinunce
all’assunzione di nuovi addetti con conseguenze negative sull’economia reale.
Gli interventi con collegamento in
diretta streaming con la sede nazionale di categoria di Roma ha dato rilevanza
all’evento e le “prediche” del ministro dell’Interno Angelino Alfano e del ministro
della Giustizia Andrea Orlando hanno di fatto confermato l’attenzione (ma non
la soluzione) al problema “Legalità” da parte degli organi competenti dello
Stato.
Affianco a me i liceali del Classico
(indirizzo umanistico) e Commerciale (indirizzo turistico) che non proprio
interessati alle chiacchere “governative” degli illustri relatori hanno
preferito continuare a chattare per i fatti loro, d’altronde le prediche non
han mai sedotto nessun teenager e l’esempio dato dai loro compagni maggiorenni
è emblematico; IPR Marketing infatti fotografa le recentissime intenzioni di
voto dei diciottenni, ossia astensionismo al 55% e prima forza politica nel
Movimento 5 Stelle, stimato inoltre al 37% nella fascia d’età tra i 18 e i 24
anni. A seguire il Pd, malgrado la recente misura “elettorale” renziana inerente
lo stanziamento di trecento milioni di euro a favore dei ragazzi che nel 2016
diventeranno maggiorenni, in pratica 500 euro da spendere in consumi culturali
che, considerato l’interesse per la politica che nutrono, servirà a poco o
nulla.
Adolescenti, giovani, adulti e vecchi
frequentano ormai gli stessi luoghi fisici e virtuali, dalla palestra ai social
network ed usano quasi lo stesso linguaggio e riferimenti; la politica invece
no, le inutili prediche e gli esempi maldestri la fanno restare al “passo
precedente”, un regresso incapace di farsi accettare.
(1° dicembre 2015)
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