In
tutto il mondo sono più di 60 milioni
le persone costrette a lasciare il proprio Paese nel 2015: a fare questa stima
l’UNHCR, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. Il 2015 è stato caratterizzato da un aumento vertiginoso
dei migranti in tutto il mondo. Sono numeri altissimi, giusto per capire:
una persona su 122.
Le ragioni che spingono tutte queste persone sono spesso
legate alla guerra, a situazioni insostenibili nel Paese d’origine, dove
l’unica via d’uscita è abbandonare per lidi migliori dove affrontare un nuovo
inizio per sé e la propria famiglia. Per molti il sogno di ritornare a casa
svanisce, sono solo 126.800 coloro che sono riusciti a ritornarvi nel 2014.
Numeri molto diversi da quelli del 2013: 414.600. Ma quali sono i Paesi dove si
trova rifugio nella maggior parte dei casi e i numeri per zona? Quattro milioni
in Africa, meno di quattro milioni in Asia e nel Pacifico, tre milioni nei
paesi nordafricani e nel Medio Oriente, in America appena 750 mila.
E
quali sono state le cause scatenanti di questo aumento? Nel 2011 la guerra in Siria
ha portato a migrazioni su sfera globale. Le
dichiarazioni di Antònio Guterres, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite
per i rifugiati, sono sconcertanti: “È orribile che coloro che causano i
conflitti rimangano sempre più impuniti e che la comunità internazionale sia
incapace di lavorare per fermare le guerre, costruire la pace e mantenerla”.
Quante e quali sono le guerre degli ultimi
cinque anni? Almeno 15: Siria, Yemen, Iraq, Sudan, Burundi, Costa d’Avorio,
Libia, Mali, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana,
Ucraina, Pakistan, Myanmar e Kirghizistan, questi i Paesi teatro di conflitti.
Inoltre sono molti rifugiati in continua migrazione da Paesi ancora instabili
come Somalia e Afghanistan.
I
dati sconcertanti derivano dalle disgrazie
in mare, nel vano tentativo di raggiungere altri lidi dove il mare sembra
essere l’unica soluzione: le perdite sono altissime e sembrano non cessare mai,
come nel Mar Mediterraneo e nel Mar Rosso. E peggio ancora, sono i bambini a
costituire più della metà dei rifugiati nel mondo e spesso le vittime dei
mari. L’appello di Antònio Guterres: “Essendo pochi i finanziamenti e alto il
divario nel mondo per proteggere le vittime di guerra sono molte le persone che
hanno bisogno di aiuto, rifugio e compassione ad essere abbandonate al loro
destino. C’è bisogno di una risposta umanitaria globale”.
Valentina
della Rocca
(6 gennaio
2016)