La
megalopoli del titolo è un'enorme città (da godere con occhi spalancati) con al
suo interno un'infinità di habitat diversi, pensata per mammiferi di tutte le
dimensioni, e in cui predatori e prede vivono a braccetto. Lontani sono i tempi
bestiali di violenza e caccia. Come inizio promette bene.
Una
coniglietta provinciale sogna di diventare poliziotta, ma il destino della sua
specie pare essere quello di coltivare carote. Ma – da buona eroina disneyana –
con la sola forza di volontà, la nostra coniglietta riesce laddove la stazza e il fato non
l'aiutano. Solita epopea dell'ultima che diventa prima.
- Ma
quand'è che fa ridere 'sto film?
- Stai
tranquillo; è appena cominciato!
Ahilei,
la realtà è di materia ben diversa dai sogni, e si trova sbattuta a fare multe.
Qui conosce una volpe, cinico ingannatore che non fa altro che disilluderla e
scoraggiarla.
- Ma
quand'è che fa ridere 'sto film?
- Dagli
tempo; siamo appena a metà!
Il
resto è il solito copione. Partners nemici-amici. Oscure sparizioni. Personaggi
stereotipati, macchiette che dopo le prime due battute non fan nemmeno
sorridere. La volpe cinica che rivela il proprio sogno infranto dalla crudeltà
del mondo. Sprazzi di politicallycorrect in nome dell'uguaglianza tra prede e
predatori. Comicità ammiccante di contemporaneità, ma dimenticabile. Moralina
finale in cui il sogno si avvera per tutti. Curioso che per la volpe il sogno
che si avvera non sia il suo.
- Oh,
ma quand'è che fa ridere 'sto film?
- Abbi
pazienza; siamo solo ai titoli di coda.
Preciso
ma stantio. Se questa odiosa coniglietta voleva togliere a Laverne Hooks il
primato di simpatia come poliziotta in miniatura, di certo non ci è riuscita.
P.S. perché l'unica scena divertente è quella già vista nel trailer? Risposta: per far spendere soldi ai boccaloni come me.
Cosimo
Monari
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