I
disturbi psicosomatici sono meno rari di quanto si creda. E meno compresi dalla
gente comune. Viene difficile, nella società odierna che si basa su
materialismo ed egocentrismo, credere che una persona, per diversi motivi di
carattere psicologico, possa sviluppare patologie talvolta molto gravi. Nessuno
pensa che dica la verità; si inneggia alla menzogna, si condanna la bugia.
Ben
il 30% delle persone che si recano dal medico di base e il 50% delle donne che
si recano dal ginecologo soffre di malattie di tipo psicosomatico. Sono
disturbi reali, che il paziente sente. Ora, a parte i vantaggi assicurativi,
che senso avrebbe vantare determinati – spesso imbarazzanti – problemi? Spesso queste persone affrontano terapie
lunghe e costose, prima di potersi considerare guarite. Inoltre, come tutte le
malattie che tendono a cronicizzarsi, più si va in là e più considerarsi usciti
dal tunnel è lontano. Suzanne O'Sullivan, medico del National Hospital of
Neurology and Neurosurgery di Londra, ne ha parlato alla BBC. Ha raccontato di
pazienti ciechi, epilettici, paralizzati dalla vita in giù. Ha raccontato di
una paziente legata al fastidio di un catetere: non riusciva più ad andare in
bagno. Ha raccontato di crampi tanto forti da deformare le dita trasformandole
in artigli. Spesso questo tipo di disturbi si attenuano con sedute
psichiatriche o psicoterapeute, ma il percorso è lungo e complesso. E una delle
cose di cui hanno bisogno questi sfortunati pazienti – che poi altra colpa non
hanno se non quella di somatizzare lutti e problemi attraverso il proprio corpo
– è la comprensione verso un tipo di problema poco conosciuto.