Muqtada Al-Sadr è un
politico e religioso iracheno che negli ultimi anni è diventato un leader del
movimento omonimo, al quale fanno parte 32 parlamentari dell’attuale
legislatura, e dell’esercito del Mahdi, milizia da lui fondata nel 2003 per
combattere l’occupazione in Iraq. Fino a poco tempo fa Al-Sadr era un vero e
proprio rappresentante della milizia durante la guerra, oggi chiede al premier
Haider Al-Abadi di porre fine alla corruzione grazie a un forte impatto
populista.
Nelle scorse giornate
Baghdad è stata teatro di numerose manifestazioni contro la ricchezza politica
nella green zone area a maggioranza sciita. Al-Sadr in seguito all’invasione
americana nel 2003 ha mostrato una forte sensibilità verso i ceti sociali più
poveri della popolazione sciita irachena (ricordiamo che il padre, Muhammad
Muhammad Sadiq Al-Sadr, assassinato nel 1999 era estremamente devoto allo
sciismo islamico). Allo stesso tempo egli è stato in Iran un ex capo dell’esercito
del Mahdi che ha condotto varie azioni durante la guerra irachena per non dimenticare
del nazionalismo che nel 2013 paralizzò l’Iraq dell’ex primo ministro Nuri Al-Maliki,
mentre nel 2014 si auto-esiliò per via del blocco di Al-Ahrar.
Questa personalità
bipolare, da un lato apparente pacifista e attento uomo politico alle cause
popolare e dall’altro colleziona un passato tutt’altro che roseo, vede un
Al-Sadr apprezzato dalla borghesia religiosa che acclama un giovane, adesso,
moderato iracheno proclamare ideali nazionalisti. Stando vicino al malcontento
popolare egli cavalca l’onda del successo politico già dall’estate scorsa per
via delle percentuali attiviste sadriste in aumento.
Il suo obiettivo
politico è di oscurare Al-Maliki o Al-Abadi. Il 16 aprile 2016 ha lanciato un
ultimatum al Parlamento il nuovo governo amaramente naufragato. Ad ogni modo la
popolarità di Al-Sadr è cresciuta all’interno di un sistema politico iracheno e
in una visione governativa internazionale nonostante il suo opaco spirito di
propaganda amministrativa, forse la sua vera chiave del successo.
Maria Carola
Leone