“Non
c’è posto al mondo che io ami più della cucina”.
Così inizia Kitchen, uno dei romanzi più famosi della scrittrice giapponese
Banana Yoshimoto. E’ proprio la cucina infatti quel luogo
che con i suoi fornelli accesi ci fa compagnia anche quando siamo profondamente
soli. I genitori di Mikage sono morti giovani e dopo poco tempo anche la nonna se ne è andata. Mikage è rimasta sola al mondo. “Solo io e la cucina. Mi sembra un po’ meglio
che pensare che sono rimasta proprio sola”. La protagonista sprofonda in una triste
sonnolenza durante la quale solo il ronzio del frigorifero fa da scudo ai suoi continui
pensieri di solitudine.
Dove avrebbe ritrovato l’energia per telefonare a qualcuno
o quella per cercare una nuova casa in cui abitare? La risposta busserà alla
sua porta con il giovane Yuchi Tanabe e sua madre-padre Eriko, dai quali Mikage
andrà a vivere. Una famiglia singolare, che verrà colpita presto dal lutto
della stessa Eriko, che come una stagione, morirà alla fine dall’autunno. La
Yoshimoto ci mostra con una enorme modernità come la famiglia non solo la si
possa scegliere ma anche inventare. In questo modo il padre del giovane Yuchi
Tanabe può scegliere di diventare madre,cambiando totalmente la sua sessualità
e rompendo così ogni schema di ruolo sociale definito dalla società all’interno
della famiglia. Attraverso le casuali
spaccature di dolore che si formano nella realtà si creano come per miracolo
nuovi spazi in cui costruire qualcosa, a partire da se stessi.“Le persone che vogliono farcela da sole
dovrebbero prima di tutto curare qualcosa che cresce. Un bambino, una pianta,
che so. Facendolo, si capiscono i propri limiti. E’ un punto di partenza…Però,
chi nella vita non conosce almeno una volta la disperazione e non capisce quali
cose valgano veramente, diventa adulto senza avere mai capito che cosa sia
veramente la gioia.” Mikage impara che non può decidere quante sofferenze
contare nella sua vita ma che può decidere come vivere. Vivere felici non
significa limitarsi a preparare da mangiare, mangiare e dormire. “Anche chi ama prima o poi dovrà morire.Però
intanto è vivo”. La strada non è decisa dal fato ma si forma naturalmentea
partire dai nostri sguardi e dai nostri respiri. Le persone che scegliamo
intorno a noi necessitano di tempo e attenzione e sono in realtà molto più
preziose di qualsiasi cucina vuota. Con questo prezioso romanzo Banana
Yoshimoto ci dà la possibilità di credere che cercare di costruire insieme una
vita complicata possa essere davvero più felice di una qualsiasi vita
solitaria.
Elena
Benearrivato
(24 dicembre 2015)
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