La
Commissione Europea ha presentato al Parlamento Europea una proposta per la
creazione di una nuova agenzia che dovrebbe occuparsi di sicurezza e controllo
delle frontiere esterne dell'Unione; il nuovo organismo comunitario dovrebbe
preludere alla nascita di un corpo di guardie di frontiera europee. La guardia
di frontiera europea, nelle intenzioni dei legislatori comunitari, dovrebbe
essere un vero corpo di polizia militare con compiti di sorveglianza, controllo
del flusso migratorio, archiviazione delle impronte digitali dei migranti,
rimpatrio dei migranti economici e antiterrorismo.
Visti
gli enormi flussi migratori che si sono riversati e si stanno ancora tentando
di arrivare nel nostro continente e visto il pericolo che nella marea umana dei
rifugiati si infiltrino potenziali terroristi del sedicente Califfato, le
autorità comunitarie sono corse ai ripari per tentare perlomeno di rendere il
problema dell'accoglienza e del controllo meno gravoso per i singoli Stati
membri. Tutti hanno riconosciuto che bisogna accogliere chi scappa da guerre e
carestie, ma sono anche tutti d'accordo che bisogna respingere i migranti
economici e che bisogna evitare con ogni mezzo che infiltrati islamisti
giungano sul suolo europeo. Il punto più controverso di questo progetto di
protezione comune delle frontiere è la possibilità per le nuove guardie
comunitarie di entrare in azione anche contro la volontà dello Stato membro i
cui confini sono stati violati. Il Commissario greco Dimitris Avramopoulos in
una intervista all'emittente Euronews ha spiegato che: “Laddove saranno
riscontrate mancanze da parte dei singoli Paesi, la Commissione d'accordo con
gli atri Stati membri, potrà adottare una decisione con la quale pone di fatto
sotto il controllo della guardia di frontiera europea un certo territorio”. Molti
Paesi dell'est Europa e anche la Grecia non sono per niente d'accordo su questo
punto perché vedono l'intervento delle guardie comunitarie come una pericolosa
violazione della loro sovranità territoriale. Alcuni membri della delegazione
greca alla Commissione Europea hanno protestato vivamente durante il dibattito,
dicendo che secondo loro le guardie europee violerebbero i diritti umani dei
rifugiati onesti e farebbero salire ancora di più la tensione ai confini
esterni dell'Unione. Mentre nelle sale di Bruxelles e di Strasburgo si discute,
la marea umana di profughi diventa ogni giorno più grande e alcuni Paesi come
Ungheria e Austria hanno eretto muri e barriere per contenere i rifugiati;
intanto il clima di intolleranza e razzismo nei confronti di chi cerca asilo
diventa sempre più forte e nella calca gli unici a regnare sono gli infiltrati
neri del Califfato.
(20
dicembre 2015)
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