Stando alle prime indiscrezioni trapelate
dalla polizia belga, ci sarebbero due fratelli, Khalid e Ibrahim el-Bakraoui,
dietro i due attentati rivendicati dallo Stato Islamico che ieri hanno
insanguinato Bruxelles. La coppia era già nota alla polizia: Khalid era da
tempo ricercato per attività terroristica, mentre il fratello per altri atti
criminali. Utilizzando nomi falsi, avevano affittato un appartamento in Forest
Area, la stessa zona della capitale belga in cui la scorsa settimana si sono
verificati gli scontri a fuoco che hanno messo le forze dell’ordine sulle
tracce di Salah
Abdeslam, responsabile degli attentati di Parigi del 13 novembre, catturato
venerdì. Purtroppo, questo arresto, di cui si è parlato come di una vittoria
dell’Occidente nella lotta all’Isis, si è rivelato inefficace a fermare
l’avanzata del terrorismo in Europa, o forse, secondo alcuni, ha semplicemente
anticipato la data degli attentati di Bruxelles, già pianificati da tempo.
Le telecamere di sorveglianza
dell’aeroporto Zaventem hanno ripreso tre uomini sospetti che spingevano alcune
valigie nella zona del check-in, in cui si è verificata l’esplosione. Due dei
quali potrebbero essere i fratelli el-Bakraoui, ma la polizia sta vagliando
l’ipotesi che uno dei due, in realtà, possa essere il responsabile
dell’attentato alla metro. Identificato anche il terzo uomo, che nelle immagini
riprese dalle telecamere indossava un cappello scuro di forma cilindrica: si
tratta di Najim
Laachraoui, attualmente in fuga, già ricercato dalla polizia come
complice di Salah Abdeslam negli attentati di Parigi.
34 morti e 250 feriti: questo il bilancio
delle vittime con il quale si chiude una delle pagine più nere della storia
contemporanea. Il
Belgio ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, mentre alle 12
ora italiana si osserverà un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di
ieri.
Un altro terremoto ha scosso
inaspettatamente l’Europa, colpita per la seconda volta a distanza di soli
quattro mesi, ed incapace di agire in maniera decisa ed unanime contro il
terrorismo. E mentre Putin, dalla Russia, tuona contro i vertici europei
allertati già da tempo dai servizi segreti internazionali e rimasti inerti a
subire passivamente questo nuovo affronto, in Belgio viene dichiarato lo stato di massima allerta.
Ma lo Stato Islamico fa sapere all’Europa che altre esplosioni insanguineranno
il Vecchio Continente. “Bisogna unire le forze per combattere efficacemente il
terrorismo”, ha dichiarato Vladimir Putin durante l’incontro con il presidente
finlandese. Un rifiuto deciso, insomma, a tutti coloro che hanno pensato di
rispondere finora, senza successo, alla lotta armata e violenta dell’Isis
utilizzando la diplomazia.
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