La Terra ha già vissuto una deglaciazione e studiare gli effetti che questo fenomeno ebbe sugli ecosistemi può contribuire a prevenirne i fattori scatenanti o mitigarne le conseguenze disastrose. Il Consiglio nazionale delle ricerche, l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno partecipato al progetto Arca - finanziato dal Ministero dell’istruzione, dell'università e della ricerca - con l'obiettivo di capire gli eventi che hanno provocato i cambiamenti climatici del passato e che potrebbero verificarsi nuovamente in un futuro prossimo a causa del riscaldamento globale.
Le indagini e gli studi effettuati da questi organismi di ricerca sono servite a ricostruire le fasi della deglaciazione avvenuta 14mila anni fa che modificò sostanzialmente l'equilibrio ambientale del pianeta, causando il susseguirsi di alcuni periodi di freddo intenso: lo scioglimento della calotta glaciale, che fino a quel momento si estendeva su tutto il mare del Nord, provocò l'innalzamento degli oceani e lo spostamento di grandi quantità di materiali di erosione, aumentando così il livello dei mari tropicali e celando sotto 20 metri d'acqua le barriere coralline. Con il progetto Arca è stato possibile scoprire nelle sedimentazioni geologiche del Polo Nord le tracce che testimoniano questi eventi, oltre a ricostruire il processo di scioglimento della calotta polare utilizzando un approccio multidisciplinare che ha richiesto indagini oceanografiche, geofisiche e geologiche.
Nel corso del progetto sono stati impiegati anche dei metodi di monitoraggio dei ghiacciai in uso regolarmente per controllare la situazione dell'Artico: in particolare le immagini satellitari sono servite a calcolare il tempo necessario a perdere sezioni considerevoli del fronte della calotta polare, mentre i dati sismici hanno permesso di osservare il distacco di iceberg di notevoli dimensioni.
Odette Tapella
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